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La sofferenza che coopera al bene!

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Mi chiamo Elisa e ho trentanove anni. Sono nata in una famiglia cristiana e sin da quando ero piccola ho sempre frequentato la chiesa evangelica e tutte le sue attività. Andavo alla scuola domenicale, ai culti e a tutta quella che era la nostra vita cristiana. Ero una bambina serena e mi piaceva fare quella vita. Pensavo che essere figlia di credenti e fare quello che mi dicevano di fare mi bastava per essere immune da difficoltà e problemi… o almeno a quelli gravi!
Fui immune da questi gravi problemi fino all’età di undici anni, poi… Facevo la prima media quando iniziai ad avere molto male ad un ginocchio. Il dolore non mi lasciava mai, non riuscivo a camminare, a correre e a fare qualsiasi attività fisica. Inizia così il mio percorso tra i medici e i fisioterapisti. Tanti pareri e tutti diversi mentre continuavo a zoppicare e a provare sempre più dolore. Più i mesi passavano più peggioravo e imploravo il Signore, quello di cui avevo sempre sentito parlare, di guarirmi, piangevo di notte e quando non mi vedeva nessuno, mi sentivo in colpa perché i miei genitori stavano male,volevano fare qualcosa, ma non c’era nulla di quello che mi era stato detto di fare che mi facesse stare meglio.
Peggioravo sempre di più, ma i medici continuavano a non capire cosa avessi.. Anzi, ad un certo punto, mi dissero che non avevo nulla, era solo una questione di testa.Così iniziai ad auto convincermi che la causa di tutto questo era il mio cervello e passavo le serate a camminare avanti e indietro lungo il corridoio di casa mia sperando che questo dolore, (che a questo punto pensavo fosse immaginario), scomparisse.
Ero sfinita, non sapevo più cosa pensare; i miei genitori erano anche loro senza forze, ma proprio lì in quel momento in cui non sapevamo più cosa pensare, il Signore mise in cuore a una professoressa di scuola di darmi il nome e il numero di telefono di uno specialista. Prenotammo la visita e finalmente mi venne diagnosticato il mio problema.
Avevo una malattia molto rara che colpisce gli adolescenti e che mi aveva spostato l’osso del femore con tutto quello che ne conseguiva. Il problema ulteriore era che aveva colpito tutte e due le gambe, ma una si rinsaldò da sola.
Di conseguenza, all’età di undici anni subii il primo intervento e sei mesi dopo, a causa di complicazioni, ne subii un’altro. Purtroppo siccome ci avevano messo quasi un anno per capire qual era il mio problema, la mia riabilitazione fu molto lunga e più difficile di quanto pensassimo. Per tre anni dovetti portare le stampelle e fare ogni giorno fisioterapia e nuoto.
Queste cose naturalmente limitavano molto la mia vita da adolescente, non potevo fare nulla di quello che si fa a dodici/tredici anni: giocare, correre, saltare o più semplicemente fare una passeggiata.
Questo mi provocò un forte disagio. Ero arrabbiata con Dio. Ero sempre stata una brava ragazza e non mi sembrava di meritarmi tanto dolore. Passavano gli anni e il mio risentimento aumentava, vedevo i miei coetanei condurre una vita “normale” e a me invece era negata questa “normalità”. Chiedevo spiegazioni al Signore, ma queste non arrivavano.
Un giorno all’ultimo controllo dal medico che mi aveva operato ci vennero dette queste parole “se siete dei credenti quando uscite da questo studio andate ad accendere un cero alla madonna o a qualche santo perché nella condizione in cui era questa ragazza ora dovrebbe essere sulla sedia a rotelle…”
In quel momento iniziai a capire che il Signore stava facendo qualcosa per me. Iniziai a cercarlo e a chiedere spiegazioni e queste arrivavano piano piano. Egli iniziò a farmi vedere attraverso la vita rovinata di altri miei coetanei, come sarebbe stata la mia se non mi avesse posto quei limiti fisici, sicuramente ora non sarei qui a raccontarvi tutte queste meraviglie. Un po’ per volta compresi il suo piano per me. Egli voleva il mio bene, anche se questo avrebbe comportato tanta sofferenza…
“Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” Romani 8:28. Questa è la mia esperienza. Tutta quella sofferenza fisica e mentale ha cooperato al mio bene attuale.

Oltre a tutte queste cose, il Signore ha compiuto un’altra cosa meravigliosa nella mia vita: un ragazzo speciale che mi amava nonostante i miei limiti e problemi, un ragazzo con cui fino a qualche anno prima c’era una reciproca e bruttissima antipatia!
Ma il Signore è stato grande anche in questo! Ci siamo sposati sedici anni fa e nonostante i medici mi avessero sconsigliato una gravidanza il Signore mi permise di avere due bambini: Rebecca e Davide. Purtroppo a causa di quella malattia ho subìto un intervento di protesi all’anca nel 2005 e dovrò subirne altri, ma c’è il Signore al mio fianco.
Il salmo 121:3 dice “Egli non permetterà che il tuo piè vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà. Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà ne dormirà. Il Signore è colui che ti protegge; il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra….”

Lo ringrazio con tutto il mio cuore perché Egli è sempre alla mia destra. Le prove continuano, il nemico cerca sempre di scoraggiare la nostra vita mettendoci davanti tante cose che ci fanno stare male, prove dure che non pensiamo di riuscire a superare, prove dove veniamo toccate anche nel più intimo, ma è proprio lì che dobbiamo mettere in moto la nostra fede.
Egli non mi lascia MAI anche se a volte sono stanca e delusa. Egli ha fatto cose grandi nella mia vita e in quella della mia famiglia. Il Signore ci benedica insieme.

Elisa Ciriaco